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Ponte Romano Ceniga Dro

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DRO

Dro, cittadina di passaggio situata tra il Garda e la Valle dei Laghi, ha un territorio vasto, ricco di bellezze naturalistiche e una storia molto particolare, fra Santi e leggende. Nel corso dei secoli ha saputo interpretare al meglio il suo essere porta settentrionale del Garda Trentino e rappresenta tutt’oggi una comunità fortemente coesa suddivisa negli abitati di Ceniga, Dro e Pietramurata. 

Il cuore pulsante della storicità droata è racchiuso nel piccolo borgo di Dro che si sviluppa attorno alla CHIESA PARROCCHIALE DELL’IMMACOLATA in piazza della Repubblica. È il principale luogo di culto cittadino e fu edificata nel XIX secolo grazie ad un primo e precedente lascito testamentario del droense Antonio Malfer. La costruzione fu ultimata nel 1876, mentre la consacrazione solenne è avvenuta da parte del vescovo di Trento nel 1896. Solo a inizi del ‘900 si completò l’opera di decorazione interna. Al suo fianco si trova la piccola CHIESA DEI SANTI SISINIO, MARTIRIO E ALESSANDRO risalente al XII secolo. Venne parzialmente demolita per fare spazio alla “sorella” maggiore. La chiesa si sviluppa su pianta rettangolare e presenta un antro adibito a cappella, un breve presbiterio e un abside poligonale. La navata a volta a crociera gioca sapientemente con la volta a ombrello del presbiterio e con le volte unghiate della cappella. L’antico campanile, con cella campanaria a quattro bifore e copertura a cipolla, è tutt’ora in uso. 

Chiesa dell'Immacolata Dro
Chiesa dei Santi Sisinio Martirio e Alessandro Dro
Chiesa di Sant'Antonio di Padova Dro

A pochi passi si trova il Municipio affiancato, in via della Torre, dalla TORESELA, ossia ciò che resta di un’antica torre probabilmente posta a guardia della parte settentrionale dell’abitato. Spostandosi a sud del centro storico s’incontra tra le case un’altra chiesa. È quella di SANT’ANTONIO DI PADOVA edificata con l’approvazione delle famiglie di Dro e Ceniga nel 1661 ed eretta sui resti di un’antica cappella di cui era rimasto un capitello sempre dedicato al santo patavino. Per secoli, al capitello prima e alla chiesa poi, vennero in pellegrinaggio numerose madri con i propri figli nati senza vita per ottenere, secondo la leggenda, un “fiato di vita” che potesse permettere all’infante di ottenere il sacramento del battesimo. I vicoli e le stradine di Dro, Ceniga e Pietramurata nascondono inoltre numerose porte scolpite nella pietra e curiosi archi a testimonianza della lunga storia di queste comunità. 

Nella frazione di Ceniga, raggiungibile anche a piedi dal centro storico droato, spicca l’antichissimo PONTE ROMANO la cui origine resta incerta sebbene appaia evidente la sua funzione di collegamento primario laddove le strade provenienti da Laghel e Arco s’incrociavano per procedere verso nord. Fu ricostruito nel 1719 dopo una piena del fiume e ancora nel 1868 in seguito alla demolizione ordinata dagli Austriaci durante la Terza Guerra d’Indipendenza. Spostandosi a Pietramurata l’attenzione non potrà che cadere sulla TORRE GUAITA, un antichissimo manufatto che svetta sull’unico grande masso della piana circostante. La sua origine precisa è ancora avvolta nel mistero così come la sua funzione primaria. Nel tempo è sicuramente stata utilizzata come torre di guardia lungo la principale via di collegamento tra l’Alto Garda e Trento e a supporto dell’area circostante anticamente ricoperta di paludi. Recentemente si è avviato un percorso di studio e recupero per permettere l’accesso alla Torre.

Ponte Romano Ceniga Dro
Torre Guaita Pietramurata Dro
Biotopo Marocche di Dro

Passeggiare e addentrarsi in bicicletta o mountain bike nel territorio di Dro permette di scoprire paesaggi unici come ad esempio le MAROCCHE, una distesa “lunare” di grandi massi monumentali frutto di una serie di gigantesche frane di epoca glaciale quaternaria staccatesi dal monte Brento e Casale. Su alcuni di questi massi sono presenti delle impronte di dinosauro. E ancora si possono raggiungere distese di susine Dop, vitigni da cui ha origine il Vino Santo, oltre a laghi e vecchie centrali, come la 

CENTRALE DI FIES, oggi adibita in parte a residenza per artisti e spazio di fruizione per festival teatrali contemporanei.

Centrale di Fies Dro
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